OASIS PHOTO CONTEST ROERO 2023. FUJIFILM ITALIA regala l’emozione delle immagini stampate

Nel famoso articolo dedicato alla fotografia contenuto nel Salon del 1859, Baudelaire non faceva segreto del suo disprezzo per la nuova moda che stava prendendo piede: la fotografia. Per la sua facilità di rappresentare la realtà, il poeta francese si lamentava del pubblico dei suoi tempi che di fatto aveva rinunciato al Bello, per dedicarsi alla contemplazione del Vero. D’altra parte, come spesso avviene, davanti a una novità tecnica che semplifica il lavoro, in questo caso quello dei pittori, l’avversione e lo scetticismo è molto forte. Per Baudelaire la fotografia era un prodotto industriale, comodo per ricordare dettagli, ma certamente non aveva quelle caratteristiche specifiche che rendono un oggetto, opera d’arte.

Il mondo è decisamente cambiato, tanto che Baudelaire, al tempo della fotografia digitale, avrebbe qualche problema ad argomentare il suo disappunto nei confronti dell’oggetto fotografico, semplicemente perché non c’è e forse, visto dal suo punto di vista, è una vittoria dell’arte. Il tema qual è, scattare fotografie è relativamente semplice, stamparle è diventato impossibile. Non perché manchi la tecnologia, in effetti non dipende dall’industria che di soluzione ne offre moltissime, ma dalla psicologia dei molti e delle molte che non hanno la curiosità, il desiderio, l’impazienza di vedere stampate le loro fotografie.

L’abitudine a guardare le immagini su un monitor è evidente anche nel modo con il quale vengono proposte le stampe alle mostre, esposte in condizioni di luminosità insufficiente o eccessiva, impedendo di esaltare le caratteristiche del supporto, la carta non è un display, non ha una retroilluminazione. Non solo, ma ciò che vediamo a monitor ha una sua estetica che non coincide affatto con quella di una stampa. Un’osservazione maturata guardando la mostra fotografica in corso fino al prossimo 30 luglio 2023, nel suggestivo Castello Roero di Monticello d’Alba, dove è possibile apprezzare sessanta stampe in grande formato delle immagini dei finalisti e dei premiati della quindicesima edizione del Premio Internazionale di Fotografia Naturalistica Oasis Photocontest Roero. Al concorso sono arrivare oltre 25.000 immagini, realizzate da fotografi professionisti e amatoriali di 60 nazioni, divise in sezioni: “Mammiferi”, “Uccelli”, “Altri animali”, “Paesaggio”, “Mondo vegetale”, “Mondo sommerso”, “Storyboard”, “Arte e Natura”, “Fotogiornalismo”, “Mammiferi”.

Il vincitore assoluto di questa edizione, il fotografo cileno Francisco Negroni, gentilmente, in un momento di tranquillità, nella corte del castello, ci ha raccontato la storia dietro il suo scatto vincente:
«Il vulcano Calbuco, considerato il terzo vulcano più pericoloso del Cile, non ha eruttato negli ultimi 60 anni. Ho avuto l’opportunità di scattare una foto dell’ultima eruzione, superando una linea di nebbia che impediva la visibilità dell’evento. Grazie alla mia conoscenza dell’ambiente, ho rapidamente deciso di salire su una montagna ad alta quota per avere una migliore prospettiva. Utilizzando tecniche di lunga esposizione, ho realizzato una fotografia che ha richiesto circa 13 minuti. Ho utilizzato un treppiede e un cavo Trigger, insieme all’obiettivo 18-200 e alla Nikon D600, impostando l’apertura F3,2 e l’ISO a 100. Nella foto si può osservare un fenomeno scientifico chiamato tempesta sporca, caratterizzato da un conflitto di cariche positive e negative che provoca una sorta di tempesta elettrica nella fumarola generata dall’eruzione vulcanica.»

La vera esperienza, come dicevamo, è stato vedere questo, come tutti gli altri scatti, stampati su carta fotografica FUJIFILM all’alogenuro d’argento, in questo caso la FUJICOLOR CRYSTAL ARCHIVE DIGITAL PEARL. FUJIFILM Italia è lo sponsor tecnico della mostra OASIS PHOTO CONTEST ROERO 2023 e si è presa cura della produzione finale stampando le immagini in esposizione. FUJIFILM crede nel potere della fotografia scattata, esposta, mostrata, condivisa e offerta in un’esposizione. Un’immagine stampata è memoria, è racconto; una mostra fotografica è una storia completa in cui immergersi. La fotografia è un fondamentale strumento di comunicazione, ormai imprescindibile nel quotidiano, e giorno per giorno si riscopre quanto la fisicità dell’immagine stampata faccia vivere emozioni più profonde.

Nella cerimonia di premiazione le fotografie sono state mostrate al pubblico attraverso un video proiettore, criterio utilizzato anche per la selezione, dove la giuria, composta da Riccardo Busi (Italia) presidente della FIAP (Fédération Internationale de l’Art Photographique), Sali Khalifa Bin Thalith (Emirati Arabi Uniti) documentarista di fotografia subacquea e segretario generale dell’HIPA, Michael Yamashita (USA) americano di origini giapponesi, con le sue iconiche immagini è considerato uno dei più conosciuti interpreti della fotografia contemporanea, Guo Jing (Cina), vice presidente della Global Photographic Union, Jaime Culebras (Spagna) fotografo e biologo specializzato in biodiversità, è considerato uno dei massimi esperti di rettili e anfibi tropicali, Tim Flach (Gran Bretagna) specializzato nella fotografia degli animali in studio, Ami Vitale (Usa) Photoreporter e documentarista; ha utilizzato un monitor ad alta risoluzione, che per quanto eccellente, non offre la stessa esperienza della stampa. Alcune immagini che hanno ricevuto una menzione, ma che non hanno vinto alcun premio, guardate stampate offrono tutta un’altra sensazione che va al di là del soggetto rappresentato, grazie alla carta FUJICOLOR CRYSTAL ARCHIVE DIGITAL PEARL a essere esaltati sono anche i colori, profondi e intensi, le sue sfumature, i contrasti, l’immagine appare assolutamente tridimensionale e a dimostrazione di questo, le persone hanno letteralmente toccato le stampe, quasi a sottolineare il desiderio di stringere la fotografia. Un successo della carta Pearl utilizzata da Fujifilm che contiene cristalli naturali di mica ricoperti da un sottile strato di particelle metalliche. Infatti, attraverso un gioco di trasparenza e rifrazione le immagini stampate mostrano distinti riflessi bianco-argento.

Abbiamo guardato le stampe in mostra con Felice Ucchino, Product and Sales Manager e CLP & Printing Solution di Fujifilm Italia, uomo Fujifilm di grande esperienza, ma soprattutto di generosa passione, che ha condiviso con Discorsi Fotografici alcune sue considerazioni:

Giulio Montini

Questa immagine dimostra una sorprendente plasticità, ciononostante il cane è vivo. I colori si fondono senza stacchi netti, grazie al sistema di stampa e di esposizione utilizzato. Per apprezzarne appieno i dettagli, sarebbe necessario un lentino per andare a vedere dentro, dove non è presente una griglia precisa, una matrice, ma una casualità nella sensibilizzazione della carta. Ogni alogenuro d’argento reagisce in base al colore della luce che lo ha colpito. Ciò che rende questa carta straordinaria è l’aggiunta di particelle di mica all’alogenuro d’argento, che donano un effetto iridescente, conferendo all’immagine un aspetto argentato..

Questa carta, si presta meglio agli sfondi molto neri, o in generale esalta tutto?

Esalta tutto. Una delle sue peculiarità è che l’argento non invade il bianco in modo significativo, mantenendo intatto il cromatismo. La scelta di utilizzare questa carta dipende principalmente dal risultato desiderato. Se si desidera arricchire l’immagine con un effetto speciale (ad esempio, per una mostra), se si preferisce una finitura lucida piuttosto che opaca e come si desidera valorizzare la fotografia scattata. Ad esempio, se l’obiettivo è ottenere un tono ipersaturo con un effetto metallescente, potrebbe essere opportuno utilizzare questa carta, soprattutto se si prevede che una fonte di luce particolare illumini l’immagine e la valorizzi ulteriormente.

Per stampare su questa carta è necessaria una post-produzione diversa?

Assolutamente no, il punto è proprio questo. La carta Pearl stessa si occupa della conversione, quindi non è necessario apportare modifiche in base al tipo di supporto utilizzato. Le apparecchiature di stampa integrano una curva di calibrazione che gestisce l’equilibrio tra le zone chiare e scure e il cromatismo. Pertanto, al contrario, non devi fare nulla se desideri ottenere una resa fedele della tua immagine, arricchita dalle caratteristiche della carta stessa. Non è necessario intervenire specificamente sull’immagine.

Un fotografo, pertanto, scatta la sua fotografia in RAW, la lavora a monitor e poi la consegna a un laboratorio?

Esattamente. In sostanza, se hai già familiarità con questa carta, puoi immaginare il risultato finale, che sicuramente sarà sorprendente grazie al suo effetto iper lucido e iridescente.

La durata di queste stampe?

Per quanto riguarda Fujifilm, come tutte le immagini stampate su carta all’alogenuro d’argento, ha una durata di circa cento anni. Questa stima si basa su test condotti da laboratori specializzati, che simulano una esposizione standard in ambienti con luce naturale per un determinato numero di ore, luce artificiale e oscurità. È importante considerare che queste valutazioni sono condotte in condizioni controllate.

Ciò, d’altro canto, conferma l’esigenza di una selezione cartacea e non digitale delle fotografie di un concorso, soprattutto, come ci esorta Felice Ucchino: “stampate, stampate, stampate”.

Federico Emmi

La mostra offre una spettacolare vetrina sul mondo e sulle sue meraviglie: animali, paesaggi e popoli. Si potrà visitare fino al 30 luglio nelle giornate di sabato e domenica con orario 10:00-12:30 e 14:30-18:00. La visita della mostra è inclusa nel costo del biglietto per l’ingresso al castello, pari a 7.5 euro (bambini 4 euro).